Sempre la solita.. Storia.

Kevin King

Entrai in aula facendo canestro nel cestino accanto alla cattedra. La solita Coca-Cola che prendevo a pranzo. Percorsi l'aula, sentendomi addosso più sguardi di quelli che avrei desiderato. Non adoravo poi molto la gente che mi fissava. Era in quei momenti che mi sentivo la quinta Rainbow. Alle volte pensavo che stare troppo accanto alle ragazze mi facesse male, ma in fin dei conti... Non c'era niente di più divertente! Almeno al momento.
Arrivai all'ultima fila, come sempre. Gettai la tracolla scura sul bancon vicino al muro e mi sedetti. Posai la schiena contro la parete e stesi le gambe sulla sedia del banco accanto al mio. Preso il mio I-phone e ci attaccai le cuffie. Non avevo granchè voglia di seguire la lezione di storia, ma rientrava nel programma. Chiusi gli occhi, lasciando partire la musica. Misi l'unico genere che mi permetteva di staccare la spina: la techno.

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Stavo prendendo appunti, come mio solito. La mano sinistra che scriveva (sì, sono mancino!) e la destra che gocherellava con l'I-phone posato sul tavolo, dietro la tracolla. Il librone, aperto sulla pagina che trattava di Perl Harbor, era posato inclinato verso di me sulla borsa, con una matita a tenere le pagine. Tenevo gli occhiali neri e rettangolari tirati sulla fronte. Mi davano fastidio nello scrivere, essendo miope. Quando sentìì aprire la porta dell'aula, diedi un colpetto agli occhiali, che caddero sul naso. Peccato, era una ragazza. Storsi un po' la bocca, arricciandola. Poi alzai gli occhi al cielo, appena mi accorsi che l'unico posto libero era quello accanto a me. Non arriva mai uno strafigo, che cazzo!

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Adesso che era più vicna non avevo problemi a vederla senza gli occhiali. Accennai un cenno d'assenzio con la testa, spostando la mia giacca da quella che sarebbe stata la sua sedia. Il professore aveva ripreso a spiegare. Sta spiegando Perl Harbor Sibilai appena, con la testa sul foglio mentre, visibilmente annoiato, prendevo appunti.

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Voltai la pagina del quaderno e presi a scrivere in quella vicina alla mia compagna di banco. Posai la testa nella mano destra, alzando di tanto in tanto gli occhi, per osservare il professore che si spostava tra i banchi. Inspirai profondamente dal naso. Quell'argomento lo conoscevo a menadito. Lo avevo affrontato già al corso di Storia Avanzata. Chiusi un atitmo gli occhi, premendo con l'indice ed il pollice destri. Scossi la testa, allontanando la sedia dal banco e posandovi i piedi sopra. Presi il quaderno e lo posai sulle cosce, continuando a scrivere indisturbato. Il professore mi guardò, alzò gli occhi al cielo e proseguì la lezione, come se non avessi fatto nulla.

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Mi voltai verso la ragazza. Sorrisi sghembo, osservando la classe. Tolsi i piedi dal banco e mi avvicinai a lei. Lui se ne frega solo di quello che faccio io.. Sta' a vedere.. Tossicchiai un attimo ed attirai l'attenzione del professore. Gli indicai un paio di ragazzi che stavano chiacchierando. Lui si avvicinò ai due e li invitò a lasciare l'aula per dirigersi verso l'ufficio del preside. I ragazzi decise di restare dove erano e di continuare a seguire la lezione. Improvvisamente tutti tirarono fuori libri e quaderni. Sorrisi soddisfatto, riprendendo la posizione di prima. Il segreto non sta in cosa fai, nè come lo fai.. Ma chi sei! Strizzai l'occhio alla ragazza. Ed io ero Kevin King: uno dei migliori studenti della scuola, nonchè migliore amico di Jessica Queen.. Non era il caso andarmi contro.

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Risi sottovoce, grattandomi la nuca, finendo di scrivere la frase che aveva appena ocncluso il professore. Non io.. La mia migliore amica.. Jessica. Lanciai uno sguardo alla ragazza. Aveva un modo di parlare strano, non troppo fluido. Corrugai la fronte, posando il quaderno sul banco. Tu sei la sorella di Jen, vero? Quella italiana, no? Alzai un sopracciglio. Qualcuno doveva avermi accennato qualcosa, ma sinceramente non mi ricordavo chi.

kevin king

Aveva fatto una gaffe. Abbassò lo sguardo e sorrise, avvicinandosi di nuovo al banco. Posò le braccia sopra di esso. Io sono Kevin. Kevin King. Porse la mano alla ragazza, sorridendo ancora. Sì, ora ricordavan. Doveva esser stata proprio Jen a dirlo. C'erano anche le ragazze. Forse una serata in discoteca, o qualcosa di simile. Uno di quegli squallidi locali tutti per etero, insomma.

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Strinsi la mano ad Anna, sorridendo. Volevo proprio vedere se era rompiscatole come sosteneva Jen. Mi fidavo poco del parere della Shine, comunque. L'arancione non l'avevo mai amato più di tanto! (XD) Lanciai uno sguardo al professore e poi mi girai verso la mia compagna di banco. Al tre io mi alzo e vado fuori. Se riesci ad anzarti insieme a me, non ti dice nulla! Sorrisi furbo, indicando il prof con un gesto del capo. Lanciai uno sguardo ad Anna e presi la penna. Uno.. Gettai quaderno e penna nella tracolla, chiudendola. ..due... Misi la borsa sulla spalla sinistra, mettendo il telefono nella tasca destra del jean. Guardai Anna e presi la giacca. ..Tre! Mi alzai dalla sedia e, senza fare caso a chi mi stava guardando, uscii dall'aula, lasciando la porta socchiusa alle mie spalle. Ero proprio curioso di vedere se la cuginetta di Jen aveva abbastanza fegato da seguirmi.